di Gregory Hoblit
Cast: Richard Gere, Laura Linney, Edward Norton, John Mahoney, Terry O'quinn, Alfre Woodard, Andre Braugher, Steven Bauer, Stanley Anderson
L'eccelso e brillante avvocato penalista Martin Vain (Richard Gere) decide di difendere il 19enne chierichetto balbuziente Aaron Stampler (Edward Norton), il quale ha la pesante accusa di avere ucciso con 78 coltellate l'arcivescovo di Chicago Richard Rushman (Stanley Anderson).
Martin è l'unica persona a credere nell'innocenza del ragazzo, nonostante nella scena del crimine ogni prova raccolta mostra Aaron come unico indiziato e partecipe al delitto. Aaron soffre di brevi perdite di memoria dall'età di 12 anni, e quindi non riesce a fornire al suo avvocato un riepilogo dell'accaduto, ma racconta solo di aver visto una "terza persona" prima dell'omicidio.
Comincia il processo più atteso del momento, l'accusa di Aaron è capitanata da uno stretto amico dell'arcivescovo Rushman, il procuratore distrettuale John Shaughnessy (John Mahoney); il pubblico ministero affidato al caso è una vecchia fiamma di Martin, Janet Venable (Laura Linney).
Durante il corso delle indagini emergono nuove sconcertanti prove che possono fornire il movente dell'omicidio, l'arcivescovo Rushman costringeva infatti Aaron a fare sesso con la sua ragazza, Linda Forbes (Azalea Davila), in compagnia di Alex (Jon Seda), un loro amico.
Durante un secondo interrogatorio, Aaron confessa che Rushman li obbligava a fare sesso con la scusa che ciò avrebbe purgato le loro anime, se loro si rifiutavano, l'arcivescovo li minacciava di mandarli a fare le elemosina per strada.
Martin sottopone Aaron ad alcune sedute di psicoanalisi sotto la direzione della Dr. ssa Molly Arrington (Frances McDormand). Dalle sedute di scopre che il ragazzo soffre di "Disfunzione di personalità multipla", e che durante i momenti di amnesia si svela una identità aggressiva che si fa chiamare Roy.
La Dr. ssa interroga il ragazzo durante uno dei momenti di vuoto, e qui salta fuori la confessione dell'omicidio, il movente sta nel fatto che la doppia personalità di Aaron non sopportava le "porcate" ordinate dall'arcivescovo.
Arriva il giorno del processo decisivo, qui, Martin cerca di salvare Aaron dalla pena capitale mostrando al giudice (Alfre Woodard) gli appunti delle psicoanalisi e chiedendo quindi l'infermità mentale.
Aaron, sommerso di domande dalla pubblica accusa, svela la sua doppia personalità prendendo per il collo il pubblico ministero Janet. La giuria esterrefatta dall'accaduto concede a Martin un patteggiamento, a patto che Aaron venga rinchiuso per un lasso di tempo in un ospedale psichiatrico.
Il film si chiude col colpo di scena, infatti Martin va nella cella del suo assistito per comunicargli la notizia, Aaron svela allora al suo difensore di aver inscenato la doppia personalità solo per riuscire ad uccidere anche la propria ragazza, Linda. Martin porge allora la domanda fatidica al suo cliente, quando infatti gli chiede se non è mai esistito nessun Roy, il ragazzo gli risponde che non è mai esistito nessun Aaron.
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