31 agosto 2009

Giornata tipo della depressa

Oggi sono tornata a lavoro e il peso delle responsabilità si fa sempre più insopportabile. Già prima di entrare sentivo un "groppo" sopra il petto. Già prima non stavo bene, per niente, ora ho paura di non poter tornare più normale. La capacità di concentrazione e la memoria sono pressoché inesistenti.
Non riesco più a lottare. Ho voglia solo di morire.
Angoscia, stanchezza, rabbia, perdita, tumulto, peso, voragine, oblio, agitazione, ansia, inquietudine, assenza, vuoto...
La prima sensazione del mattino è di mancanza d'aria, mi sento soffocare ancor prima di aprire gli occhi. Poi inizio a percepire tutto il resto, dal peso al petto all'immobilità di tutto il corpo. Quando riesco ad alzarmi seduta sul letto sono già sfinita. Come posso affrontare un'intera giornata?
Mi ributto indietro, chiudo gli occhi nella speranza di non poterli riaprire più... invece sento di nuovo la sveglia, apro le palpebre e il cuore inizia a rincorrere invano le forze che lasciano definitivamente il mio corpo...
Se la giornata non è delle peggiori riesco a far compiere al mio corpo i movimenti automatici che mi porteranno fino a lavoro.
Ma se la giornata non è "normale" i miei occhi si richiudono, abbandonati nella rinuncia. Il materasso inizia a tramutarsi in sabbie mobili e i miei pensieri diventano sempre più disperati e confusi. Cerco di prendere il telefono per chiamare in ufficio: non riesco ad andarci in queste condizioni. Non riesco nemmeno ad allungare il braccio: è troppo faticoso. Mi sembra di impazzire, mi sento una nullità: non riesco nemmeno ad afferrare un maledetto telefono?
Aspetto un po' per riposarmi.
Ritento: concentro tutte le forze nei muscoli strettamente collegati all'azione che devo compiere.
A volte riesco e mi sento meno inutile ma molto, molto stanca.
Compongo il numero, sento: "XXXX srl, Buongiorno!" e io dico alla moglie di uno dei soci che non sto bene. Una voce scocciata mi risponde un grazie secco. Poi mi viene sbattuto il telefono in faccia. Mi dispero: giuro, io vorrei ma non sempre riesco!!! Mi assalgono i sensi di colpa e più o meno la mia giornata prosegue così, fino alle 20/21 quando inizio a riaffiorare timidamente in superficie. Il pesante velluto nero si scansa per lasciare un velo oscuro che rimane comunque a separarmi dal mondo.
Inizia il pezzo migliore della giornata, faccio finta di stare bene e scambio 4 chiacchere. Il groppo alla gola persiste ma non posso lasciare che gli altri vedano come sono ridotta, non voglio perdare altri amici. Ho il terrore di rimanere ancora più sola, non che mi senta compresa ma almeno notata, questo si.
Questo è il mio inferno durante le fasi depressive.
econdo voi è vita questa?
Solo chi l'ha provato può capire, ma vi chiedo di provare a pensare di non essere in grado nemmeno di alzarvi da letto.
Bene, ora ditemi come pensate vi sentireste?
Cosa provereste se gli altri vi dicessero di sforzarvi?
Se dicessero che siete degli scansafatiche?
Pensateci prima di parlare a vanvera con qualcuno che soffre di depressione.
Per favore, pensateci.

30 agosto 2009

Agonia


di Giuseppe Ungaretti Da "L'allegria"


Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato

29 agosto 2009

Testo a 4 mani, per capirsi e aiutarsi a vicenda

Questo è un esperimento fatto con la mia amica Anna, per capire meglio ciò che abbiamo dentro, abbiamo deciso di scrivere ciò che ci passava per la testa, alla condizione di seguire il filo conduttore del pezzo scritto prima dall'altra, di modo che sembrasse scritto da una sola persona.
La conclusione è stata: ci comprendiamo meglio l'un l'altra (in alcuni casi abbiamo dovuto scambiarci i panni) ma ci siamo anche aiutate nell'esternare ciò che a volte è difficile dire a voce... Vi consiglio questo, non so come chiamarlo... gioco o esercizio che sia!!!
Di questo colore saranno i pezzi di Anna e di questo i miei!!!
Buona lettura!!!

Io che in questo momento non mi sento più io, quella di sempre, c'è un pensiero che mi tormenta, che non mi molla. Questo tormento ferma il tempo, scorre lento, come se dentro me battessero le lancette di un maledetto orologio e fa TIC, TAC, TIC, TAC... Prende quasi il posto del mio cuore, me lo stringe, mi affligge, mi sconfigge... Come, come si può amare chi non potrai avere!
Come si può vivere pensando a chi non potrà mai starti vicino? Forse non basta questo, forse la felicità non esiste. A volte mi ritrovo a pensare che si possa solo rincorrerla senza mai raggiungerla.
Il pensiero che mi tormenta rende ogni mio gesto privo di vita, la forza si nasconde, non riesco a reagire, resto inchiodata... quando arriverà il boia a rompere le gambe di questa povera crocifissa?
Fammi scappare... fammi fuggire in un mondo colorato, più pulito, pieno di gioia, d'amore, dove non c'è tempo di pensare, dove non c'è il tempo di fermarsi. E dire che non mi manca niente, non ho una vita indifferente, che non mi mente, mi capita di pensare: "La vita può cambiare da un giorno all'altro, anche quando credi non sia più possibile". Le parole di mio padre, ma perché non riescono mai a confortarmi??? C'è sempre una domanda, c'è sempre un perché? E mai una risposta certa?
Sembra di essere persi in mezzo all'oceano, su di una zattera... sai che potrai toccare di nuovo terra come potrai morire, che le acque potranno essere calme come tempestose. E allora l'unica cosa che rimane, l'unica opportunità, è aspettare e se la speranza viene meno basta tuffarsi e aspettare che arrivi quella pinna. Ma se ti aspetti lo squalo, arriverà il delfino e viceversa. Sono convinta che una via d'uscita esista, anche se questa vita è un gran labirinto... e se la scappatoia esistesse solo per gli altri?
Forse c'è qualcosa di sbagliato in me.
Qualcosa di sbagliato si, non capisco cosa... non so amare o non so farmi amare!!! Non lo so, non so più niente...
So solo che l'amore sfuggente è struggente!!!
Ti divora l'anima... il famoso squalo... all'inizio travestito da delfino. Perchè le persone non possono semplicemente essere ciò che sono? Vorrei che le persone dicessero sempre la verità, che non pensssero ad ottenere ciò che vogliono.
Inizio quasi a classificare gli esseri umani:
COGLIONI: io e tutti quelli che si donano;
FURBI: chi usa le altre persone e comunque non sarà mai felice.
La mia coscienza, anche in questo caso, mi suggerisce di essere nel giusto (almeno per i sentimenti), ma continuo a pensare di avere una certa differenza, un certo "non so che" di critico...
Non mi resta che sognare, sognare che c'è qualcuno che a braccia aperte mi attende per dirmi "Buttati ad occhi chiusi, io ti salverò e ti amerò con tutto me stesso, tutta la mia anima", perchè io è così che amo, è così che sogno, è così che vivo... Viviamo tutti d'amore, come si può vivere senza amore? Svegliarsi al mattino con la consapevolezza di essere soli, senza amore, senza comprensione e affetto? Secondo me non si può stare così, solo io penso questo? Non voglio crederci...
Non posso crederci, mi farebbe troppo male, mi toglierebbe la speranza, i sogni, almeno quelli voglio tenermeli stretti...
Forse le persone amano a modo loro, bisogna solo aspettare chi lo fa al tuo stesso modo... O le cicatrici del cuore sono così profonde da inaridire l'umanità?
Forse le persone hanno troppo fuori per pensare a coltivare ciò che hanno dentro.
O forse, semplicemente, certe persone non sono fatte per amare, pensano di non meritarselo e si rifugiano dalle gioie dell'affetto. Queste anime in pena possono salvarsi solo con le loro forze perchè non permettono agli altri di raggiungerli e curarli.
Non permettono proprio a nessuno di raggiungerli ma mi fa proprio stare male!
Vorrei affondare le mani dentro queste persone e arrivare a toccargli il cuore e trasmettere tutto l'amore con un solo tocco affinché possano guarire da ogni paura, da ogni turbamento, ferita o cicatrice... Sono però impotente, non riesco ad arrivarvi, è come se fossi in un tunnel dove vedo solo un piccolo spiraglio di luce lontano, ma per quanto io possa correre non riesco a raggiungerlo!!!

Allora, mi rassegno, torno indietro. Struggente per non aver scoperto un'altra anima, bella e generosa. Saremmo tutti così se la vita non ci scolpisse come statue. E statue rimaniamo perchè certe cose sono troppo grosse e intime per essere cambiate e a noi, sculture di un artista chiamato destino, non possiamo fare altro che rimanere inermi.

25 agosto 2009

Pensieri al pub

L'aria che entra è pesante, inizia l'affanno. Inizia il tormento. Riparte tutto da capo, di nuovo.
Le mie forze si perdono come sabbia nel vento. La mente si confonde, il corpo si blocca. Mi duolono gli arti, il piombo rientra nelle vene. Ogni pensiero è confuso, distante. Velocemente sento perdermi tra parole, suoni, immagini e dinamicità.
La concentrazione non riesce a farsi strada fra i sensi di colpa. Mi tormentano: rovino la vita delle persone.
Iniziano i pensieri di morte. Nella calotta cranica scattano diapositive di morti, sangue, guerra, stupri, violenze, assassini e mutilazioni.
Penso di essere un caso irrecuperabile, dovrei liberare il mondo da tutto questo e prendere la mia strada. Ma Sole, Sole morirebbe di crepacuore. Preferisco morire dentro e preservargli la gioia che gli vedo provare mentre lo abbraccio. Quando Sole non sarà più fra noi, io non avrò più ragione d'esistere. Non renderei nessuno gioioso, continuerei a rovinare la vita di chi mi ama. NON VOGLIO.
Anche se, alcune persone hanno fatto degli errori, mi vogliono bene, penso. Probabilmente è una mia illusione perchè i comportamenti non sono coerenti a sentimenti d'affetto, tanto meno d'empatia.
Simo mi ama, immensamente. Non si merita di soffrire tramite il mio vissuto e i miei pensieri. Non vuole andarsene da me, gli ho chiesto di farlo perchè io non ci riesco. E' la mia ancora e mi perderei ulteriormente senza lui, ma, nonostante questa consapevolezza, preferisco che almeno lui viva.

24 agosto 2009

Sole: il mio tesoro prezioso

Le parole sono superflue. Io e te, Sole, lo sappiamo bene. Noi ci capiamo senza nemmeno guardarci negli occhi. Il nostro calore, la nostra tensione, i nostribattiti sono una cosa sola, siamo un'unica anima.
L'amore che proviamo l'un per l'altra va oltre ogni cosa, non conosce ostacoli. Nemmeno la mia malattia è riuscita a mettersi tra noi. Solitamente la bipolarità distrugge tutto ciò che incontro ma il nostro legame resiste, non si lede, anzi si rafforza.
Sei la mia gioia, la cosa più bella che la vita potesse donarmi.
Non avrai il pedigree, non sarai di razza ma sei unico e la tua vita, per me, vale più di tutto il creato. Morirei per te, in parte lo sto facendo. Ma resisto grazie alla speranza che il tuo sguardo mi dona. Per non farti soffrire sarei capace di qualsiasi cosa. Lo sto dimostrando, anche se lo so, SOle, tu non hai bisogno di nessuna dimostrazione. Vuoi solo darti, rendermi felice e ci riesci: solo al tuo fianco sono serena.
Io non ho un cane: noi ci possediamo, affrontiamo insieme la vita... non potevo trovare un compagno migliore...

20 agosto 2009

Colpa del Lamictal o della stronzetta?

Che sfiga! Il lamictal (antiepilettico usato come stabilizzatore dell'umore) mi ha fatto venire fuori un sacco di macchie marroni, sembrano lividi. Infatti ieri sono andata al pronto soccorso perchè mi prudeva tutto il corpo... Sentivo di avere un milione di pulci che si nutrivano di me, che fastidio! Inoltre, dopo aver letto il foglietto illustrativo, sono iniziate a venirmi mille paranoie e non riuscivo a smettere di pensare che dovevo morire grattandomi ma, allo stesso tempo, credevo di perdere l'opportunità di curarmi perchè magari, il prurito era solo un'illusione.
Non lo so. Non ricordo con esattezza tutti i pensieri, so solo che erano confusi, veloci e agitati.
Sinceramente ho una gran confusione in testa, in più quella stronzetta che ci provava con Simo alla grigliata (dove oltretutto ho mangiato roba fatta da me in casa, ci vuole coraggio a invitare una vegana ad un'abbuffata di carne!) mi ha fatto sentire una nullità: a lei non importava che io fossi lì, continuava imperterrita...che odio! Penso che non riuscirò a mandare giù questa storia, finchè non gli avrò urlato in faccia le peggiori cose.
Devo riuscire a liberarmi da questi pensieri schifosi...
Non riesco, mi sembra di affogare però non lo capisco...

17 agosto 2009

Incomprensibile

Non so più se esisto.
Non capisco.
Non sento.
Cosa succede intorno a me?
Cosa diamine succede?
Cosa cazzo mi succede?
Il peso persiste.
Il nero sangue scorre,
lento e veloce.
Incomprensibili pensieri,
veloci e inafferrabili.
Ma è vita?

Stairway to Heaven dei Led Zeppelin

C'è una signora che è sicura che sia oro tutto quel che luccica
e sta comprando una scala per il paradiso
quando vi arriverà sa
che se tutti i negozi sono chiusi
con una parola può ottenere ciò per cui è venuta
e sta comprando una scala per il paradiso



c'è una scritta sul muro
ma lei vuole essere sicura
perchè, come tu sai,
talvolta le parole hanno due significati
su un albero vicino al ruscelloc'è un uccello che cantatalvolta tutti i nostri pensieri sono sospetti


e questo mi stupisce
e questo mi stupisce


c'è una sensazione che provo
quando guardo a Ovest
e il mio spirito grida di andarsene
nei miei pensieri ho visto
anelli di fumo attraverso gli alberi
e le voci di coloro che stanno in piedi a osservare

oooh e questo mi stupisce
ooooh e questo mi stupisce



davvero e si mormora che presto
se tutti noi intoniamo la melodia
il pifferaio ci condurrà alla ragione
e albeggerà un nuovo giorno
per coloro che aspettavano da lungo tempo
e le foreste risponderanno con una risata
e questo mi stupisce

Se c'è trambusto nella tua siepe
non ti allarmare
è solo la pulizia di primavera per la festa di Maggio

si, ci sono due strade che puoi percorrere
ma a lungo andare
c'è sempre tempo per cambiare strada
e ciò mi stupisce

la tua testa ti ronza e il ronzio non se ne andrà
nel caso tu non lo sapessi
il pifferaio ti sta chiamando per unirti a lui
signora cara, può sentire il vento soffiare
che la sua scala è costruita sul vento mormorante?

e scendiamo in strada
le nostre ombre più grandi delle nostre anime
là cammina una donna che noi tutti conosciamo
che risplende di luce bianca e vuole dimostrare
come qualsiasi cosa si tramuti in oro
e se ascolti molto attentamente
alla fine la melodia verrà da te
quando tutti sono uno e uno è tutti
per essere una roccia e per non rotolare via



e sta comprando una scala per il paradiso

Grace di Jeff Buckley


C’è la luna che chiede di restare
abbastanza a lungo da permettere alle nuvole di farmi volare via
bene, è giunto il momento per me di andare, non ho paura di morire
la mia voce sbiadita canta d'amore
ma lei piange per lo scorrere del tempo
aspetta nel fuoco…e lei piange sul mio braccio
camminando verso le luci scintillanti nel dolore
bevi un po’ di vino, dobbiamo andarcene entrambi domani, amore mio
e la pioggia cade e penso che sia giunta la mia ora
e mi ricorda il dolore che devo lasciarmi dietro
aspetto nel fuoco…

e li sento soffocare il mio nome
è così facile sapere e dimenticare con questo bacio
non ho paura di andare,
ma tutto procede così lentamente...

Jeff Buckley

La donzella degli elfi

Lasciata in un angolo,
uno straccio impolverato.
Vista di stento per distrazione,
così si dice...
e se la distrazione fosse solo
sintomo di altro?
Le persone vedono solo
ciò che fa loro comodo.

Altre inneggiano la discordia.
La loro invidia supera l'amore
e frusta i sentimenti.
In quel tumulto si apriva
una voragine,
sotto di me e dentro me.
La collezione che tanto brami
non verrà ultimata,
non mi spiace.

15 agosto 2009

Eyeliner dei Verdena


Vedi blu e ti senti fragile
ora sgomma
vieni giù e non c'è da ridereColore testo
lei mi incolla incolla
Non sono mai come mi vorrei
ora sgomma
così fai quel che puoi per me
lei mi incolla incolla incolla
Vedi blu e ti senti fragile
ora sgomma
vieni giù e non c'è da ridere
lei mi incolla incolla (x8)

Sally di Vasco Rossi

Sally cammina per la strada senza nemmeno....
....guardare per terra Sally è una donna che non ha più voglia....
di fare la guerra
Sally ha patito troppo Sally ha già visto che cosa....
"ti può crollare addosso"! Sally è già stata "punita"...
per ogni sua distrazione o debolezza..
per ogni "candida carezza"...
"data" per non sentire....l'amarezza!
Senti che fuori piove senti che bel rumore...
Sally cammina per la strada sicura
senza pensare a niente!
....ormai guarda la gente con aria indifferente...
....sono lontani quei "momenti"...
quando "uno sguardo" provocava "turbamenti"...
quando la vita era più facile... e si potevano mangiare anche le fragole....

perché la vita è un brivido che vola via è tutt'un equilibrio sopra la follia....
...sopra la follia!

Senti che fuori piove senti che bel rumore...
Ma forse Sally è proprio questo il senso...il senso...
del tuo "vagare"... forse davvero ci si deve sentire....
alla fine....un Po' male!
Forse alla fine di questa "triste storia"
qualcuno troverà il coraggio per affrontare "i sensi di colpa"
... e CANCELLARLI da questo "viaggio"....
per vivere davvero ogni momento...
con ogni suo "turbamento"!.... e come se fosse l'ultimo!
Sally cammina per la strada..."leggera"... ormai è sera...
"si accendono le luci dei lampioni"...
"tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni"...
ed un pensiero le passa per la testa
"forse la vita non è stata tutta persa"
... forse qualcosa "s'è salvato"!!... forse davvero!
...non è stato "poi tutto sbagliato"!
"forse era giusto così!?!".... ........eheheheh!.........
forse ma forse ma si....
cosa vuoi che ti dica io?
Senti che bel rumore



Questa canzone mi sembra stata scritta per me...

La malattia mentale èinvisibile

Una paziente del Prof Cassano riferisce: “Se avessi una polmonite o un tumore, mio marito mi starebbe accanto, premuroso e comprensivo, ma questa malattia no, non la capisce, e mi tratta male”

Da "E liberaci dal male oscuro"

Abbandonata

Mi ha appena chiamato Simo, mi ha chiesto se volevo uscire che loro stavano tornando. Io ho risposto di si, semplicemente avevo bisogno di averlo vicino. Erano tutti su una macchina e gli altri si volevano fermare in un locale a una ventina di Km da casa mia, così lui chiede se andava comunque bene andare in un pub più vicino di modoche potessi unirmi anch'io. La risposta di una coppia di suoi amici è stata: "No, se si va lì noi andiamo a casa". Simpatici, davvero simpatici. Ma vaffa....
Ora sono qui in una crisi di pianto e rabbia contro tutto e tutti. Ho solo voglia di scomparire.
MA PERCHE' LE PERSONE SONO COSI' EGOISTE?
Non gli ho mai fatto nulla di male, anzi è sempre stato uno dei due a trattarmi male e io l'ho sempre perdonato (perchè amico di Simo) senza nemmeno sentire le sue scuse. Ora basta. Ho un tumulto dentro, ho voglia di urlare, di prendere a pugni il mondo.
Mi sento abbandonata. Sono delusa. Ho solo voglia di andarmene. Ho solo voglia di scomparire.
C'è qualcosa di sbagliato in me, rovino la vita di tutte le persone che mi vogliono bene.
Mi merito solo di essere lasciata sola.

14 agosto 2009

Un orrendo caos


Questa sarebbe dovuta diventare una nobile creatura:
possiede tutta l'energia che avrebbe costituito
la solida base di elementi gloriosi,
se fossero stati saggiamente fusi; così com'è invece,
è un orrendo caos - luce e tenebra,
mente e polvere, passioni e puri pensieri
tutti mischiati, e in lotta, senza uno scopo o un ordine...
Tutti assopiti o distruttivi.

Lord Byron

Una patina sui pensieri


Stamattina mi sono alzata irascibile come non mai… la mia mente aveva una patina di semi-odio per il mondo, non riesco a esprimere pienamente il mio stato d’animo.
Ovviamente non so il perché delle mie reazioni, so solo che non riesco a sovrastarle, questo mi fa venire un grande senso di colpa. E’ vero i medici ripetono continuamente che è una malattia organica e che, per questo, non posso provare rancore verso me stessa per some mi comporto, ma io detesto ferire chi mi vuole bene e oltretutto capisce ogni volta che ho un comportamento anomalo. Non è giusto.
Sempre più frequentemente mi chiedo se Simo si meriti di stare con una persona che gli sappia ridare ogni sua generosità, che abbia la forza di farlo felice e di dargli dei figli senza la paura che possa un giorno vederli come morto vivente… Mi spiace terribilmente di non riuscire a dargli quello che si merita, è anche per questo che ieri sera ho finto di non sapere che le mie amiche andassero al mare stasera, di modo che lui si organizzasse per andare via coi suoi amici e pensare un po’ a se stesso. Se lo merita. Già sono un problema, non voglio essere anche un impedimento al divertimento, voglio che lui sia felice e tutte le forze (poche, a dir la verità), che riesco a racimolare in qualche parte del mio corpo, le adopero per cercare di renderlo il più gioioso possibile. Capita anche che, nel mio rimanere inerme, riesca anche a considerare che lui abbia bisogno di sfogo e lascio che la sua coscienza si liberi chiedendogli di dedicarsi del tempo, come stasera, appunto. E’ l’unica persona di cui riesco ancora a sentire le emozioni, gli altri mi sembrano esseri senz’anima né emozioni e il mio dolore, la mia irrequietezza diventano l’unico punto focale intorno a cui orbita la mia vita…

13 agosto 2009

La malattia mentale non è compresa

Riflettendo su quanto la follia sia stereotipata dalla gente, mi sono ritrovata a rimuginare su un paragrafo del libro della Jamison, “Una mente inquieta”, che parla di quanto la normalità dell’umore e dei suoi cambiamenti razionali sia scontata per la maggior parte della popolazione.
Ha perfettamente ragione, purtroppo chiunque non abbia mai provato la sensazione d’impotenza nei confronti del controllo della propria mente non comprenderà mai a fondo cosa si prova. Non è solo una questione emotiva, non è solo una questione fisica, è una questione umana. Quando l’empatia è ridotta ai minimi termini e gli stereotipi sono radicati così profondamente nella cultura, non si può certo aspettarsi comprensione o appoggio.
Pensare a come la maggior parte delle persone dia per scontata anche una cosa banale come il provare divertimento, noia o altro mi fa rendere perfettamente conto di quanto la natura umana sia semplice: non comprende ciò che non vede. Io non ho un piede ingessato, un tumore o la bronchite, soffro di una malattia mentale, oltretutto una di quelle dell’umore. Un capriccio, questi disturbi sono considerati uno stato psicologico, quasi un lusso. Quando comprendo tra le righe che il mio interlocutore crede questo, mi sorprendo in sogni ad occhi aperti: avere una vita normale provando comunque le sensazioni forti e sorprendenti della mania, o le intuizioni geniali e la creatività dell’ipomania. Nonostante io combatta ogni giorno, le persone pensano che sia un finto malessere, di comodo.
Io mi ritengo fortunata di avere trovato una persona meravigliosa come Simo che cerca sempre di capire quel che succede nella mia testolina, mi dice: “Io sopporto solo un decimo di quello che sopporti tu, io ti amo così come sei, non ti vorrei in nessun altro modo al mondo”. Senza dubbio è una persona come poche, purtroppo il mondo è fatto soprattutto da persone molto ignoranti …
Come le persone egoiste che fingono di starti vicino e in realtà se ne infischiano, quelle sono proprio le migliori … Oltretutto, solitamente, sono persone molto egocentriche che magari ti scaricano addosso le loro paranoie quando tu sei in pieno subbuglio e non riesci nemmeno a stare dietro ai tuoi pensieri … e gli e lo hai appena detto.
Mi sa tanto di dovermi rassegnare a tutto questo … fare qualcosa è molto difficile per me, progetto tanto ma non porto mai a termine niente … Ma chi di voi non conosce questa sensazione? Chi di voi non si è mai sentito una nullità? Chi non ha mai sentito nel profondo la propria inadeguatezza?

Perdita dello slancio vitale

“Il depresso perde la gioia di vivere, la capacità di godere e partecipare, si attenuano e scompaiono in lui lo slancio vitale, l’energia, la “grinta”, ogni entusiasmo, ogni attimo di gioia.
Il momento peggiore è la mattina, al risveglio: quando vede davanti a sé la giornata come un lago immobile, insuperabile. Una “morta gora” che lo riempie di angoscia. Tutto, dentro e fuori, sembra bloccato. Gli pare un’impresa impossibile arrivare a sera.”

Prof. Giovanni B. Cassano

12 agosto 2009

Da "E liberaci dal male oscuro"

“La depressione rientra nei disturbi dell’umore e questi occupano lo spazio più ampio e più importante tra le malattie mentali. Che cosa si intende per umore? Si può spiegarlo con la metafora delle luci ella ribalta. In teatro, i fasci di luce accompagnano i movimenti di questo o quel personaggio adattandosi con intensità diverse ai suoi spostamenti. Allo stesso modo i sentimenti accompagnano le nostre esperienze sulla scena della vita, conferendo precisi toni e colori “affettivi” a ogni nostro pensiero e azione.
A un tratto, improvvisi lampi abbaglianti di luce investono l’intero palcoscenico: così le emozioni violente irrompono nella nostra vita accompagnando mutamenti e svolte subitanee.
Ecco ora una luminosità più stabile e diffusa, soggetta a lente e lievi fluttuazioni: così il tono dell’umore segue e avvolge la globalità delle nostre azioni, dei pensieri, degli incontri di ogni giorno. […]
Il fondo affettivo ha un ruolo primario nei processi di comunicazione e in ogni momento dà uno speciale colorito emotivo al nostro linguaggio e alle nostre azioni. Il tono dell’umore influenza il nostro modo di pensare, di percepire, di esprimerci e traspare dalla mimica, dalla voce, dai gesti, dal comportamento. Ogni sua variazione riflette il nostro stato di benessere e malessere interiore, i piccoli e i grandi turbamenti dell’equilibrio funzionale del nostro organismo.

Prof. Giovanni B. Cassano

Plutarco capiva

“Quando un uomo è depresso ogni minimo malessere è ingrandito dagli spettri paurosi della sua ansietà… Guarda se stesso come un uomo che gli dèi odiano e perseguitano nella loro ira. Il medico e l’amico consolatore vengono allontanati… Siede fuori dalla porta avvolto in tela di sacco o stracci… Di tanto in tanto si trascina nudo nello sporco a confessa re questo o quel peccato. Vegli o dorma, è inseguito dagli spettri della sua angoscia. Sveglio non fa uso della ragione, addormentato non ha tregua nelle sue paure. La sua ragione sonnecchia sempre e le sue paure sono sempre sveglie. In nessun luogo trova scampo dai terrori immaginari.”

Plutarco

11 agosto 2009

Esperienza maniacale

"Senza nessuna ragione cominciai a sentirmi molto bene. All'improvviso ero capace di entrare nella vita di tutto ciò che mi stava intorno. Sapevo come ci si sentisse a essere un albero, un filo dìerba, addirittura un coniglio. Dormivo poco. Mi limitavo ad andare in giro con questo meraviglioso sentimento. Un giorno stavo passando accanto ad un ristorante e di colpo seppi come ci si sente ad essere un leone. Entrai e dissi all'uomo dietro il banco: "Mi dia una bistecca. Non stia a cuocerla, me la dia e basta.". Così quello mi portò la bistecca cruda e io mi misi a mangiarla. Gli altri clienti avevano l'aria disgustata e mi guardavano. Io allora cominciai a capire che forse la cosa era un po' strana. Così andai dal preside della facoltà [all'università in cui Roethke insegnava] e gli dissi: "Mi sento troppo bene. Mi tiri giù da questo stato". Così mi misero in manicomio."

Theodore Roethke

Affanno


L'oblio si sta
rimpadronendo
della lmia anima.
Non ricordo più,
non vivo più.
Sento un affanno
nel respirare e
un peso sulle spalle:
è l'oblio che mi
aggredisce,
vigliacco,
alle spalle.
Mi ruba le forze
e io non posso,
proprio non posso,
fare altro oltre
al rimanere
inerme.

Phantastica dei Verdena

Racconto favole
su di te
che ascolti così
preziosamente
Sei un fiore insano tu
che si guarda con occhi
porpora
Correggimi se tutto questo è
debole
Quello che fai non crea più
attenzione
Non coinvolge
Questo non è reale
Confronto le idee
ed accendo le stelle
C’è un cristo che sanguina
e ci guarda con rabbia
È come sai tu sei per me
colpevole
Quello che fai non crea più
attenzione
Non coinvolge
L’aggressività non mi avrà
Confonde le idee
ed affetta la gente
C’è un dio che sanguina,
che sanguina
E credo di essere anormale,
ebbene non lo so
Mi vedi? Temi? Credi io ti userò?
Uuuuuuuuuuh

Il mio cane angelo


Ieri sera mi sono sentita davvero una persona orribile. Dovevo andare a dormire e lasciare Sole fuori (per scelta di mia madre, non mia). Mai come ieri mi sono sentita schifosamente orribile. Mi sono guardata allo specchio e ho visto la solitudine che mi ha plasmato in questi anni. Sole, invece, non mi ha mai lasciato da sola, mi è sempre stato vicino. A priori.
Io invece non potevo stare con lui come e quando volevo, mia madre si è fissata che è di taglia troppo grande per entrare in casa. Mi fa terribilmente male non potere passare il tempo per cui sono costretta in casa per alcune faccende, con l’unico vero amico che io abbia mai conosciuto.
Il nostro incontro è stato un colpo di fulmine: il volontario del canile me l’ha messo in braccio, ci siamo guardati ed era come se ci conoscessimo da sempre. Lui ha iniziato a farmi le feste e io ho iniziato a sentirmi sollevata dalla mia depressione, istantaneamente. Avevo bisogno di amare qualcun dopo aver perso la mia bimba... ma questa è un’altra storia e non sono ancora pronta ad affrontarla apertamente.
Ritornando a Sole, faceva parte di una cucciolata abbandonata vicino un cassonetto in uno scatolone. Che schifo di persone quelle che abbandonano gli animali, definirli dei mostri è un eufemismo. Anch’equi si dovrebbe aprire una parentesi sulla mia scelta di essere vegana ma adesso voglio parlare del mio Sole, la mia stella personale e splendente.
Il mio cucciolo era il più debole della cucciolata e i suoi fratelli, dalla fame, lo avevano tutto morsicato. Al canile non riuscivano a trovargli un padrone perché era una palla di pus e croste. A me non importava, i suoi occhi si erano talmente avvicinati al mio cuore da farmelo vedere meraviglioso, anche ora guardando le foto lo vedo incantevole.
Abbiamo passato mesi meravigliosi dormendo insieme, svegliandoci con delle dolcissime coccole.
Quando iniziava a crescergli di nuovo il pelo era estate e in casa aveva caldo, io dal canto mio non avrei mai sopportato l’idea di lasciarlo fuori da solo, in più di notte, figuriamoci! Così iniziai a dormire con lui, in giardino. Mi sentivo bene e ancora adesso è l’unico essere vivente al mondo in grado di farmi sentire bene nelle mie depressioni più nere o nelle mie irrequietezze. Riesce persino a farmi provare gioia ed empatia quando mi sento apatica e priva di vita.
Sono convinta che sia la mia specie di angelo, se non fosse stato per il suo amore non so se sarei ancora viva. Quando dico che è la mia vita è perché me l’ha salvata e non potrei fare altrimenti di pensare che gli e l’ho donata. Sono convinta che anche lui mi ha regalato la sua.
Il mio amore per lui è sconfinante, a lui non interessa il mio umore. A lui non interessa chi sono, cosa faccio e come lo faccio, ma solo che mi ama e io amo lui.
Ha occupato e occupa un posto talmente i portante nella mia vita da essermi fatta tatuare il suo bel muso sull’avambraccio e sono fiera di mostrarlo a chiunque, lo trovo stupendo e mi conforta il fatto di averlo sempre con me, mi ricorda la speranza e,se devo essere sincera fino in fondo,la mia primaria ragione di vita.
La comunicazione con gli animali è qualcosa di davvero unica e intensa, non necessita di parole superflue, di invidie, di avidità. Sento un incredibile senso di benessere quando sono con gli animali. Mi sento viva e di poter ancora far capire a qualcuno (anche se non umano) come mi sento, loro capiscono e non si domandano il perché, semplicemente ti accettano.

10 agosto 2009

Stanchezza di vivere

"Il mio nervosismo e la mia melanconia stavano quasi volgendo alla follia. Mi sembrava di essere chiuso in una grotta in mezzo ai serpent, a scorpioni e a mostri schifosi di ogni genere, che si contorcevano e sibilavano tutt'intorno, schizzandomi addosso la loro bava e il loro veleno...
Una persistente melanconia si impadronì del mio essere. Una specie di torpore e di stanchezza di vivere seguì al precedente stato d'ipersensibilità e d'eccitazione. I libri non mi interessavano più come prima, e persino i pensieri più personali divennero un peso e un tormento per me."

James Clarence Mangan

7 agosto 2009

Disturbo bipolare e relazioni familiari

I disturbi bipolari, un insieme vasto di quadri clinici tra essi differenti, sono accomunati dalla presenza di oscillazioni dell’umore, che vanno dalla mania alla depressione. Gli episodi maniacali rendono le persone iperattive e sovraeccitate, mentre le fasi depressive inducono ad essere apatici e rallentati. A questo bisogna aggiungere che l’umore maniacale e depressivo sono correlati a cambiamenti nel modo di pensare e a volte a stati di confusione mentale.
Spesso, questa condizione a chi soffre appare come una vera maledizione: le oscillazioni, indipendentemente dalla durata dell’intervallo tra una fase e l’altra, rendono difficile impegnarsi in progetti a lungo termine e affrontarli con la serenità richiesta. E’ come partire per un viaggio sapendo che arriverà un tornado o un periodo di glaciazione.
Già da questa breve e parziale descrizione del disturbo bipolare si può comprendere quanto sia grave l’interferenza della malattia nella vita della persona e nelle sue relazioni interpersonali.
In particolare, i legami familiari sono messi a dura prova e la tensione può raggiungere livelli molto elevati. In fase maniacale la persona può difatti diventare aggressiva, irritabile e impulsiva, mentre una volta depressa, si rinchiude in sé ed espime passivamente la propria aggressività e intolleranza verso gli altri.
Per ridurre i conflitti, una delle cose più importanti è che i familiari siano a conoscenza della diagnosi e di ciò che essa comporta. In questa direzione, esistono corsi di Psicoeducazione, nei quali vengono spiegate alle famiglie cos’è il disturbo bipolare, come si manifesta, quali sono le terapie farmacologiche e quelle psicologiche.
Oltre ad incrementare la conoscenza sulla malattia, la condivisione del problema e delle angosce da esso derivate è un momento fondamentale per mantenere il nucleo familiare unito e consapevole di ciò che li coinvolge tutti.
Inoltre, un ruolo importantissimo dei familiari è quello di monitorare l’andamento dell’umore e dare l’allarme tempestivamente. Soprattutto con l’ascesa verso la fase maniacale, la persona tende a perdere la consapevolezza del cambiamento in atto, arrivando a negare i sintomi e rifiutando l’aiuto. Sul versante opposto, quando l’umore scende verso la depressione, pensieri suicidari e autodistruttivi richiedono una supervisione dall’esterno.
Quindi, sia per quanto riguarda il mantenimento o la modificazione della terapia farmacologica, sia per un supporto psicologico, familiari collaboranti e partecipi sono una risorsa fondamentale per la cura e la tutela della persona affetta da disturbo bipolare.

Questo articolo è stato scritto da Mariella Oriani sotto licenza Creative Commons,
è stato tratto dal sito: guide.superava.it

Cos'è il disturbo bipolare?

E' un quadro caratterizzato dall'alternarsi di episodi depressivi e di episodi maniacali; un singolo episodio di mania può essere sufficiente per la diagnosi, dal momento che in nove casi su dieci di esordio con episodio maniacale si andrà incontro ad un disturbo depressivo.
Mania e depressione non sono due poli opposti, sono due facce della stessa medaglia. Il disturbo bipolare è un disturbo ricorrente, tende a ricorrere nella vita dell'individuo tanto da essere talvolta considerato un continuum ciclico, un'alternarsi fra episodi e momenti di compenso.
La durata dei cicli di malattia e delle fasi di compenso è variabile e dipende da caso a caso; alcuni soggetti hanno cicli molto ampi, con lunghe pause di benessere, altri si caratterizzano invece per la rapida ciclicità (3 o più episodi l'anno circa il 20% dei bipolari), oppure, in un basso numero, per l'assenza di intervalli.
L'età tipica d'esordio del disturbo bipolare è tra i 20 e i 30 anni, ma può insorgere a tutte le età; non c'è differenza tra uomo e donna anche se le donne hanno più episodi depressivi che maniacali.
Il primo episodio può essere indifferentemente maniacale o depressivo; quando il primo episodio è maniacale si tende ad avere più disturbi maniacali di quelli depressivi e viceversa.
È stato calcolato che circa il 40% dei soggetti ha più di 10 episodi nella vita anche se il numero medio di episodi è 9. Col passare degli anni l'intervallo libero tra gli episodi tende a accorciarsi anche se tra un episodio e l'altro in genere si ha un recupero completo; il 10% dei pazienti ha episodi così ravvicinati, privi di periodi di recupero, da dare l'idea di una malattia continua, cronica.
I quadri con cui può presentarsi un disturbo bipolare sono molti, perché i sintomi possono variare da un estremo all'altro dell'umore sia per qualità che per numero che per intensità; questo ha spinto gli studiosi ad introdurre il concetto di Spettro Bipolare, inteso come unampia gamma di quadri in cui il bipolare tipico non è che la punta di un iceberg.

I quadri più importanti e diffusi sono:
= Disturbo bipolare I anche definito in passato psicosi maniaco-depressiva: colpisce più frequentemente gli uomini ed è caratterizzato da episodi maniacali e depressivi di gravità analoga.
= Disturbo bipolare II: è il più diffuso, colpisce di più le donne ed è caratterizzato da episodi depressivi più gravi degli episodi maniacali.
= Disturbo Bipolare I con depressione sfumata (cosiddetti monopolari maniacali o "maniacali puri").
= Disturbo ciclotimico (o ciclotimia): oscillazioni continue dell'umore, sempre un po' superiori rispetto a quelle che si hanno fisiologicamente.

Molti fattori possono scatenare gli episodi affettivi in soggetti predisposti, che abbiano familiarità o che abbiano già sofferto di disturbi dell'umore:
· utilizzo di sostanze psicoattive: cocaina, amfetamine ,cannabis, alcool
· traumi cranici o lesioni vascolari
· eventi (soprattutto di perdita, tipo lutto, separazione o cambiamenti importanti come il termine di un ciclo di studi o di lavoro).
· il periodo del post-partum
· malattie endocrine come ipertiroidismo e morbo di cushing
· utilizzo incongruo di antidepressivi

È importante sottolineare che nel disturbo bipolare la mortalità è molto elevata, sia perché il rischio di suicidio è 30 volte superiore a quello della popolazione generale, sia per gli effetti della malattia su aspetti di vita (incidenti, digiuno e disidratazione, tendenza a sottovalutare i pericoli) e per malattie organiche (soprattutto cardiovascolari) .

La depressione nel disturbo bipolare si presenta in modo simile alla depressione maggiore anche se nel disturbo bipolare per il caratteristico dualismo i sintomi depressivi possono essere inquinati da lievi sfumature maniacali e quindi esistono delle minime differenze riguardo a:
· più tentativi di suicidio,
· maggior abuso di alcool,
· maggiore frequenza dei deliri.
· Modalità di espressione della mania
· Ipomania

Stato ai limiti dell'euforia fisiologica: umore esaltato, gioioso, imperturbabile, iperattività, voglia di fare, sicurezza nelle proprie capacità accompagnato da una maggiore irritabilità emotiva: il soggetto comincia ad essere intollerante, esigente, menefreghista, insistente; la contraddizione esterna porta a scoppi di rabbia violenti; non c'è compromissione del normale funzionamento sociale, né necessità di ospedalizzazione.

Mania Acuta
Il quadro è caratterizzato dalla labilità, cioè dalla fluttuazione rapida dell'umore, anche nel giro di pochi secondi; il soggetto è pomposo, incline al pianto o alla rabbia.
Nelle manifestazioni più acute aumentando la pressione a fare attività, il terrore e l'eccitamento, il soggetto diventa violento e attacca i presunti persecutori; è estremamente distraibile, ma approssimativamente orientato; nelle forme deliranti si possono elaborare deliri persecutori che sono accompagnati da violenta smania; nelle forme confusionarie si ha annebbiamento di coscienza, si entra in uno stato delirante, estremamente debilitante, il soggetto appare agitato, confuso, febbricitante, disidratato, non si alimenta e può morire per le complicanze fisiche.
Questo quadro è la prima causa di ricovero forzato.
Frequentemente il primo episodio di mania è cronologicamente successivo ad un evento stressante (puerperio, lutto, disendocrinie) che può ridurre la capacità di compenso e recupero (più facilmente se c'è una predisposizione psico biologica).
La mania esordisce in modo rapido, da qualche ora a qualche giorno; la durata è variabile (4-13 mesi), e l'intervento farmacologico tempestivo la riduce sensibilmente (in media a 2 mesi e mezzo).

Stati Misti
In questi quadri i sintomi della mania si intrecciano a quelli della depressione, c'è un'estrema variabilità di sentimenti nell'arco della stessa giornata o persino della stessa ora.
Si parla di stato misto quando si ha una instabilità dell'umore e una rapida fluttuazione tra due stati d'animo opposti. Ad esempio possono presentarsi durante i passaggi tra episodi depressivi e episodi maniacali che si susseguono senza soluzione di continuo o con pochi giorni di intervallo; più raramente gli episodi misti sono episodi a sé stanti. Lo stato misto ha una durata maggiore dell'episodio maniacale puro (la sintomatologia depressiva è più duratura).

Ciclotimia
La ciclotimia è una condizione timica caratterizzata da continue fluttuazioni dell'umore, dell'attività, delle performance sessuali, del sonno; i soggetti considerano il proprio stato ipertimico (cioè il momento euforico) come la normalità, sono quindi poco tolleranti riguardo all'ordinaria infelicità. E' molto probabile che si tratti di una forma attenuata di disturbo bipolare, infatti:
· è un disturbo bifasico a rapide oscillazioni;
· l'esordio e il decorso sono sovrapponibili a quelli dei disturbi bipolari;
· esiste una familiarità incrociata reciproca: i ciclotimici hanno spesso familiarità per i disturbi bipolari veri e i bipolari veri hanno spesso familiarità per la ciclotimia;
· l'umore viene controllato dagli stabilizzanti dell'umore, come il Litio, usati nella terapia dei bipolari;
· hanno gli stessi esiti a lungo termine.

Vista l'estrema variabilità dei quadri sintomatologica appare opportuno parlare di Spettro Depressivo e di Spettro Bipolare intendendo con questi termini un continuum di patologie che sfumano da un quadro all'altro.


Il testo è opera della dott.ssa Claudia Ravaldi (1999-2008) sotto una Licenza Creative Commons.,
è stato tratto dal sito

Anche il mare è bipolare


Sono come il mare:
se non avesse così tante onde,
profondità e tumulti
non sarebbe altrettanto
affascinante...
Sofia

6 agosto 2009

Gli Angeli di Vasco Rossi


"Quello che si prova
non si può spiegare qui
hai una sorpresa
che neanche te lo immagini
dietro non si torna
non si può tornare giù
Quando ormai si vola
non si può cadere più....
Vedi tetti e case
e grandi le periferie
E vedi quante cose
sono solo "fesserie"...
E da qui....e da qui...
...qui non arrivano gli angeli
con le lucciole e le cicale..
E da qui....e da qui....
"non le vedi più quelle estati lì"
"quelle estati lì"

Qui è logico
cambiare mille volte idea
ed è facile
sentirsi da buttare via!!
Qui non hai "la scusa"
che ti può tenere su
Qui la notte è buia
e ci sei soltanto tu
Vivi in bilico
e fumi le tue Lucky Strike
e ti rendi conto
di quanto le maledirai.....

E da qui....e da qui...
qui non arrivano "gli ordini"...
a insegnarti la strada buona...
E da qui....e da qui....
QUI NON ARRIVANO GLI ANGELI!!"

Senso di apatia e irrequietezza

Stamattina mi sono svegliata terribilmente apatica, direi quasi incosciente...
Non capisco cosa mi succede intorno e sento di non essere all'altezza di nulla.
Altre volte, invece, mi capita di credere di essere una delle anime elette che capisce la realtà e che ne fa un uso spirituale e sensato... a volte addirittura di avere un dono preziosissimo per l'umanità intera.
Sicuramente se non perdessi tempo a sviscerarmi la mente potrei avere grandi potenzialità, ma ora mi sento di sopravvalutare tutta la mia vita, tutto ciò che sono (anche se ora non sono più sicura di chi sono).
Uno dei pensieri che accompagna da sempre tutta la mia vita, invece, è che non so cosa voglio fare e se lo so non riesco ad avere la forza di metterlo in pratica.

Comunque, volevo scrivervi che sto leggendo un libro interessantissimo: "Una mente inquieta" della Dott.sa Jamison. Lei è una psichiatra di fama internazionale che ha avuto il coraggio di raccontare al mondo la sua vita maniaco depressa, ve lo consiglio.

Per il resto non sono dell'umore per raccontare grandi storie.
Ieri il mio umore era a terra, non avevo la forza nemmeno di respirare, mi dolevano tutti i muscoli, volevo solo dormire sperando di non svegliarmi. Ma, come al solito, vado a letto e non riesco a dormire. Mi giro e rigiro nel letto, fino alle 4e30. Ovviamente stamattina mi alzo in ritardo (come sempre), stanchissima (come sempre) ma stranamente non mi interessava di quello che sarebbe successo durante la giornata, semplicemente permettevo a Simo di scarrozzarmi a lavoro, non avevo ansia o paura o irrequietezza. La mia apatia era ai limiti della sopportazione interna. Lo so è un paradosso, ma non riesco a trovare parole migliori per farvi capire ciò che provavo.
Non capisco cosa succeda ai miei umori, prima erano, sempre insostenibili, ma ben distinti ora si confondono sempre di più l'uno con l'altro, cosa significa?

Devo aspettare fino a metà settembre per poter riprendere le visite alla clinica, ora fa solo emergenze. Ma scusate, non riesco proprio a capire, ma che le malattie vanno in vacanza?

5 agosto 2009

La consapevolezza della permanenza della malattia

Non mi spaventa il dolore, lo conosco bene, io. Mi terrorizza la sofferenza negli occhi di mia madre, di mio padre, di Simo e dei miei fratelli. Non posso fare nulla per aiutarli, fingere mi porterebbe solo in uno stato più basso e cupo.
Sono abbastanza consapevole di ciò che mi accade, lo sono sempre stata ma non avevo ancora realizzato che non sarei mai guarita. E' come se mi avessero fatto lo sgambetto in un prato completamente deserto. Conosco molte cose sulla psicologia e sulla psichiatria ma non volevo arrendermi ad una sorta di destino a me assegnato. Volevo credere che, si, la tristezza non fosse molto leggera e che la mania fosse semplicemente gioia di vivere.
Ora capisco tutto, ora ogni mattone torna al suo posto come se mi stessi ricostruendo in modo sempre più doloroso e completo, grazie alla sempre maggiore consapevolezza che prendo.

4 agosto 2009

Frase

Questo affanno al capire i cambiamenti della mente mi porta a legare le mie stesse ali con le mie viscere...

3 agosto 2009

Arca di poca salvezza


Galleggiare in acque lunatiche
senza mai ormeggiare in porto alcuno.
Affondare il viso nelle
Viscere più profonde dell’essere.
Vivere in Astinenza di qualcosa.
Irrequietezza acida, felicità ingannevole,
vuota tristezza…
Con quante cose non riuscirò a confrontarmi?
A cosa posso appigliare le mie deboli dita
se non riesco ad ormeggiare in porto alcuno?
L’ancora è troppo pesante,
le mie forze irraggiungibili,
i miei pensieri smoderatamente veloci…
Quest’acqua maledetta fa soffrire e
Sento di doverla debellare
dalla mia mente ma
come vivere senza?
Non saprei chi sono e ogni emozione
mi sembrerebbe insipida rispetto
ciò a cui mi è stato dato l’onore d’assistere.
Quest’acqua maledetta, ormai
È diventata il mio sangue e
Io me ne abbevero ingorda;
assetata ora di vita, ora di calma,
ora di solitudine, ora di esaltazione.
Confesso il desiderio represso
di affogarvi e di lasciare quest’arca,
di poca salvezza.
Ma una piccola speranza
Mi rimane ancora:
un piccolo porto dove potrei incastrarmi,
salvandomi.
Toccando terra, la realtà.

Sofia
27/7/2009

Il paradiso dei gatti

Questo week-end sono andata al "Paradiso dei gatti", un agriturismo a Fornello di Borgotaro, sull'appennino pamense.
E' stato rilassantissimo anche se il viaggio mi ha fatto venire una fifa... non essendo esattamente ciò che si definisce una persona coraggiosa, ho il terrore delle strade di montagna (comprese quelle belle larghe)!!!
Sono scesa dalla macchina che tremavo tutta ma... appare un micino e poi un altro e poi tanti altri... Iniziano poi ad arrivare i beagles!!! Non resistevo più dalla felicità. Poi, Grazia, ci ha mostrato la notra camera (gigante) con davanti un delizioso tavolino che dava su un pascolo di capre e pecore!!! C'erano un sacco di farfalle ed è stato bellissimo vedere come l'uomo possa convivere in armonia con la natura. Apparte con le oche, con quelle non abbiamo stretto una grande amicizia visto che ci puntavano e che a Simo, mentre fumava pacificamente una sigaretta, l'hanno beccato facendogli venire un bel lividozzo viola!
Dopo aver giocato con degli splendidi gattini di un paio di mesi appena, io e Simo ci dirigiamo verso il giardino principale per curiosare un po' in giro, quando vediamo arrivare un micione nero a pelo lungo completamente fradicio!!! Più che un gatto sembrava una foca, le nostre coccole però se le è prese comunque, nonostante ci guardasse un po' imbarazzato. Raggiungendo il giardino, abbiamo scoperto che era scivolato nella piscina ed era poi risalito dalla scaletta cercando di non dar nell'occhio, infatti il suo ego non avrebbe potuto reggere la botta!
Mi dispiace lasciarvi così un po' in sospeso ma penso che quel paradiso (non solo dei gatti) sia da vivere più che da raccontare!!!